La distruzione delle statue di Pausania nella Sparta tardoantica (Lib. Ep. 1518)
Resumen
L’articolo offre un nuovo contributo alla storia di Sparta tardoantica a partire da una riconsiderazione dell’oscura distruzione tardoantica delle statue di Pausania, il vincitore di Platea, testimoniata da una lettera di Libanio (Ep. 1518), in genere interpretata nel contesto del conflitto tra pagani e cristiani e dell’iconoclasmo cristiano delle statue pagane. In assenza di una documentazione sull’esistenza di un conflitto tra cristiani e pagani nella Sparta del IV sec. d. C., si cerca di inquadrare la vicenda nel quadro delle relazioni tra la cittÁ e l’amministrazione imperiale nel IV secolo e della memoria storica della figura di Pausania. La riproposizione della figura di Licurgo come modello dell’operato dei governatori tardoantichi impegnati nella ricostruzione della cittÁ e la celebrazione del sistema licurgico fondato sulla eunomia e sulla risoluzione delle staseis dell’antica Sparta rendeva alquanto inattuale la figura di Pausania, un personaggio nella tarda antichitÁ rappresentato come dannoso ai Greci e associato alla memoria delle antiche staseis a Sparta. Nel quadro di un revival tardoantico di Sparta, la distruzione delle statue di Pausania contribuÁ¬ alla idealizzazione, promossa dall’élite locale, di Sparta come cittÁ saggia, ordinata e senza staseis che faceva della cittÁ laconica un modello ben diverso da quello offerto da importanti cittÁ tardoantiche quali Costantinopoli, Roma, Antiochia o anche Atene, notoriamente caratterizzate da staseis, scontri tra fazioni, violenza e conflitti politici e religiosi.
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